domenica 19 giugno 2011

incubo




Giovedì nel tardo pomeriggio ero con Samu a comprare un nuovo cellulare e assaporavo l'imminente week-end al mare quando ho ricevuto una telefonata concitata da casa mia: è iniziato un incubo.



Non riuscivo a capire cosa dicesse Ale, mi parlava di Anna che era andata , che era per il nonno, che dovevo chiamare urgentemente. Abbiamo fatto in tempo a pagare il telefono e uscire che mi è stato chiaro il primo dei fattori dell'incubo: mio papà era disperso a Milano, nel senso che stava là, non sapeva nemmeno dove ma soprattutto perchè.

Quando hai una mamma malata gravemente di Alzheimer e un papà di 83 anni che si cura completamente di lei, pensi che forse sta succedendo la stessa cosa a lui e non ti capaciti; in ogni caso prima di tutto dovevamo capire dove si trovasse e riportarlo a casa. Anna è stata bravissima e al telefono lo ha condotto in un bar dove ha chiesto di parlare con il proprietario. Se mio papà no navesse avuto il cell. in tasca e non avesse risposto, come lo avremmo trovato? Questa persona si è offerta gentilmente i tenerlo e accudirlo finchè non fossimo arrivati noi. Il viaggio per andare a Milano è stato ovviamente pieno di pensieri, di preoccupazioni.

Quando siamo arrivati, lo abbiamo trovato a un tavolo con del ghiacci osulla faccia che era tumefatta, piena di lividi; una mano era completamente gonfia, quasi un melone, un ginocchio sbucciato e lui che piangendo non si ricordava perchè fosse lì.

Vedere tuo padre che piange non è una bella esperienza, rimane sempre per tutta la vita il tuo mito irraggiungibile, non scalfibile, imperterrito tutto di un pezzo. Mi era già successo e mi ero commosso.

Piano piano lo abbiamo portato in auto, dovrò tornare a ringraziare il barman che è stato molto premuroso con lui.

Mentre andavamo verso casa si faceva chiaro che lo avremmo portato in Pronto Soccorso, anche se non sapevamo cosa fosse successo, dove fosse successo e dove si trovasse ora la bicicletta. Tutti questi pensieri mi servivano per poter ricostruire il mistero, sempre più fitto. Mio papà non ricordava nulla anche se piano piano qualche immagine gli tornava; era sicuro di essere stato in bicicletta, di essere stato a giocare a carte al Centro Anziani di Settimo e poi di essere uscito per fare un giro prima di rincasare, il resto era buio.

All'ospedale lo hanno accettato con codice giallo di precedenza per l'età e lo stato confusionale. Mentre aspettavamo continuava a cercare di ricordare e ogni volta aggiungeva particolari ma finivano sempre alla Caserma dei Carabinieri di Settimo; perchè poi fosse a Milano non lo sapeva.

Il mistero era sempre più fitto.

Nei miei pensieri c'era di far curare ovviamente mio papà e poi prima possibile tornare a Milano a cercare la bicicletta in modo da chiedere a qualche passante/abitante/barista se aveva avuto visione di un incidente.

Mio papà continuava a dirmi che in tasca aveva una carta del Centro Anziani, forse voleva dimostrarmi che era stato lì e mentre me la consegnava vedevo che erano 2 carte; quella del C.A. conteneva una offerta per una vacanza a settembre, cercando di fargli tornare la memoria la leggevo e lui aggiungeva particolari, quindi era utile ma non a svelare il mistero.

Dopo qualche tempo in cui aspettavamo che ci chiamassero da dentro il PS, mi è venuto in mente di aprire anche l'altro foglio; era una copia carbone di qualcosa e non volevo essere indiscreto con gli affari di mio papà ma mi ha colpito la dicitura in alto "Croce Verde Trezzano"; ho richiuso per farmi solo gli affari miei ma quella intestazione mi tormentava; ho riaperto e riletto bene e indicava la data corrente, all'ora 17:19 . ACTUNG !! indicava un investimento di ciclista !

Per quel poco che si leggeva ho capito che una ambulanza aveva raccolto mio papà a Settimo Milanese proprio davanti alla caserma dei Carabinieri e lo aveva portato a Milano all'ospedale S. Carlo.

Il mistero cominciava ad avere un senso, restava da capire cosa facesse mio papà in giro per Milano!

Mentre gli chiedevo se si ricordava dell'ospedale mi diceva che l'unica immagine era lui su una carrozzella ad aspettare per 1/2h ma nessuno lo chiamava, così si è chiesto cosa aspettasse, si è stufato, alzato e uscito dall'ospedale.

Ma è così facile che uno di 83 anni portato da una ambulanza, che ha subito un incidente in bici e presumibilmente uno shock venga lasciato lì in corridoio così?

qui ci sta bene un NO COMMENT.

Adesso mio papà ricordava che aveva inforcato una via che gli sembrava di conoscere (fa spesso degli esami al S. Carlo) e aveva camminato per un bel po' di tempo finchè si era perso.

I tasselli cominciavano ad andare a posto.

Ho potuto dare più informazioni agli scrupolosi medici del PS di Rho che però continuavano a portare avanti la teoria che mio padre fosse caduto dalal bici per causa di qualche mancamento. Ma kaiser, è stato investito !!!!

Continuabvo a dire che c'era stato un incidente ma loro (o meglio lei) continuava a dire che è normale a questa età avere dei mancamenti e quindi dovevano cercare cause. E' stata dura convincerla che forse una caduta con battimento di testa poteva aver causato amnesia, dato che fino alla caserma ricordava e dopo no.

Alla fine hanno fatto TAC, lastre, esami, cardiogrammi per tutta la notte mentre lui era solo (SOLO) preoccupato di mia mamma. Per fortuna la badante ha accettato di passare la notte dai miei a curarla, io sono passato a darle le goccie per dormire e a prendere vestiti e pigiama per mio papà. Sono anche passato dai Carabinieri, dove si è svolto l'incidente ma mi hanno detto che erano usciti i vigili della polizia municipale e di sentirli la mattina seguente.

Non è abbastanza particolare che avvenga un incidente sotto la loro finestra e intervengano i vigili e poi una ambulanza da Trezzano ? bah, meno male che non è stato in pericolo di vita.

Anan mi ha sostituito in ospedale giusto il tempo di andare dai miei e poi mangiare qualcosa; i medici ci hanno detto che la nostra presenza era inutile e di tornare al mattino.

Il mattin odopo ci siamo svegliati all'alba perchè la badante doveva essere portata a Milano per prendere servizio presso un'altra famiglia, così in scooter le ho dato un passaggio io. Era la prima volta che questa signora sudamericana, saliva su uno scooter, una cosa divertente in mezzo a tutte queste preoccupazioni.

Mia mamma è andata con Anna a casa nostra e io sono tornato in ospedale dove è cominciato il balletto "lo dimettiamo, lo ricoveriamo", naturalmente hanno fatto altri esami, altre TAC ed altri consulti. Da una signora in corridoio ho scoperto che non c'era un letto libero per uomini in nessun ospedale della Lombardia; sono aumentate le possibilità di riportarlo a casa.

Alla fine l'ultima parola spettava a un neurologo che è sceso molto tardi per visitarlo e che era un personaggio.

Non me ne voglia ma vedere questo medico che ci sentiva come mio papà (poco) a cui dovevamo gridare le cose e che aveva quest'aria stralunata sarebbe stato un elemento da ricordare in allegria, non fosse che da lui dipendeva la dimissione di mio papà. Figurati se mi diceva "va ricoverato, però a Parma" echhhecc....

Mentre questo medico faceva domande a mio papà che non sentiva e mentre poi lui stesso non sentiva le risposte di mio papà, ero al limite della risata ma dovevo trattenermi. A una domanda tipo "ricorda che giorno è oggi?" mio papà che era già abbastanza sballottato da incidente+esami+aghi+notte insonne rispondeva "certamente lè sabet" e il medico guardando me diceva "ma non è venerdì?"
poi gli chiedeva l'anno e mio papà rispondeva "l'è il vundes (è l'11)" il medico non contento chiedeva "11 di quale secolo?"

ma che ca... di domanda è ?

mio papà che ha vissuto più anni nel secolo scorso e che probabilmente la parte duemila- non la dice mai ha abbozzato candidamente un bel "1911"

risposta del neurologo "lo vede che suo papà non connette?"

cominciavo a innervosirmi e a preoccuparmi.

Allora il neurologo chiedeva "cosa ha mangiato stamattina?"

mio papà "non mangio da ieri, sono qui da ieri pomeriggio" :D :D :D

"Ok allora cosa ha mangiato ieri a mezzogiorno? cosa ha fatto ieri mattina? e ieri pomeriggio?"

risposta ovvia di chi si sente sotto esame: "non saprei " e mentre tenta di elencare cosa ha fatto, il neuro mi dice "lo vede che non ricorda?"; avrei voluto dargli una botta (al neuro) ma intanto mio papà è partito con " sicchè , la mattina sono andato a prendere il giornale, in bici, poi il pane, poi ho fatto la spesa, ho pulito mia moglie, l'ho portata a fare un giro al parco, abbiamo mangiato il pollo poi mentre lei riposava sono andato al C.A. ..."

adesso cosa mi dici dottor neuro ????

".. poi ricordo che ero sulla pista ciclabile davanti ai carabinieri e poi non ricordo più nulla .."


il dottore felice rivolto a me "lo vede che suo padre non ricorda?"

Allora mi sono incazzato, moderatamente: "mi perdoni dottore ma qui dentro qualcuno che prenda in considerazione il fatto che è stato investito da un'auto mentre era davanti alla caserma e che la botta non sia stata propedeutica ai ricordi personali, ci sarà?"

ovviamente il neuro mi ha guardato male e se inavvertitamente mi avesse chiesto che cavolo avevo fatto ieri mattina mi avrebbe messo in difficoltà :o)

Alla fine hanno optato per rilasciare mio papà a patto che io me ne prendessi cura per il primo giorno; cavolo ci mancherebbe ! "certo che me ne prendo cura!"

Ha pranzato da me ed era visibilmente stanco, io ero stanco in modo diverso, non avevo contusioni e occhi neri a ricordarmi il sonno. Li ho portati a casa loro perchè sono più sereni e siccome c'era la badante mi sono appisolato.

Nei minuti in cui ho dormito è arrivato il mondo a trovare mio papà, compresa la signora che lo ha investito ma nessuno ha pensato di svegliarmi.

Verso il tardo pomeriggio siamo stati dai vigili per avere informazioni e per ritirare la bicicletta. Un agente disponibilissimo, che aveva assistito alla scena ci ha fatti accomodare e ha preso la testimonianza di mio papà; ci ha messi a nostro agio e ci ha aiutato a capire cosa dovremmo fare ora. Ci ha chiesto scusa per non averci avvisato al telefono, probabilmente mio papà no nvoleva far spaventare nessuno salvo poi perdere conoscenza.

Non posso vedere il verbale ma ci sono testimoni, c'è un attraversamento pedonale e un'auto che non lo ha visto se non all'ultimo momento, ci sono i segni della frenata ma non si spiegavano come mai la bici fosse intatta; Abbiamo convenuto che è stato colpito sul manubrio dalla macchina in sbandata, e cha mio papà cadendo ha trattenuto la bici tra le gambe impedendole di strisciare a terra.

Da questo momento il mio eroe,il mio papà era acciaccato e fermato da un sacco di gente che voleva sapere e lui diceva a tutti "niente, sto bene, non è niente di grave"

Vederlo in casa dolorante nonostante le lastre dicano niente di rotto, è comunque triste.

Vederlo come accudisce mia mamma in tutte le cose che fa, trasmette una tenerezza infinita; lui acciaccato, dolorante e badante allo stesso tempo. Sono rimasto a dormire con loro, li ho aiutati nelle faccende minime ma lui è una roccia e vuole fare tutto sempre da solo. Quando non ce la fa, lascia che me ne prenda cura io ed è felice e questo fa felice me che almeno una volta nella vita gli sono utile.

Passati un po' di giorni, sono rimasti i dolori e una faccia nera a ricordargli l'incidente ma è già tornato operativo come sempre.

per un po' di tempo gli stiamo addosso per controllarlo e gli abbiamo impedito l'uso della bicicletta, mi domando come abbia fatto l'ospedale a dimetterlo con prognosi "guaribile in 5 giorni" ! mi domando anche come abbia fatto il PS del S.Carlo a lasciarlo uscire da solo!

L'importante è che adesso stia meglio, poi i dolori mi sa che dureranno altro che 5 giorni.

Per il momento archiviamo questa brutta avventura che per certi momenti è stato un incubo ma teniamo alto il livello di guardia.

Ma quanto hanno da insegnarci i nostri genitori anche quando sono anziani?

Una delle cose che non dimenticherò mai di questa avventura è il bacio della buona notte di mio papà a mia mamma che quando ricambia con un sorriso sembra abbattere la sua assenza e aprire uno porta da cui sbirciare l'immensa tenerezza tra queste 2 persone, così uniche nella mia vita.

Ho quasi avuto il pensiero di essere di troppo e poi anche di non essere assolutamente all'altezza, per fortuna gli angeli custodi non riposano mai.

Manu

















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